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  1. i racconti di nonno kino. Prima parte.
    pur avendo la tv non si usava

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    racconti
    stufa
    By busfahrer il 22 Mar. 2021
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    Ho avuto la fortuna di avere 7 nonni uno di quelli acquisiti è da ricordare. Nonno Kino,ma il nome non è importante. E' importante invece la zona e quello che faceva.
    Forno Canavese,un piccolo comune in quello che mio nonno definiva il "suo" canavese.
    Mio nonno ,per altro nonno di acquisto,visto che era probabilmente dal lato del mio fratellastro viveva come si viveva negli anni 50 benchè fossimo negli anni 80 .
    Casa sua era in una frazioncina di una manciata di case sparse in una borgata e almeno all'interno se non ci fossero stati alcuni oggetti "moderni" come il televisore,la radio e il frigorifero potrebbe essere scambiata per una casa dei tempi che furono.

    Alla sera in quelle purtroppo poche serate che avevo passato da lui insieme a sua moglie,nonna Concetta e Sergio che benchè nessuno lo avesse detto era il mio fratellastro visto che di fatto era uguale a me ma più piccolo invece di farci lobotomizzare dalla tv ci raccontavamo ,seduti a tavola storie e racconti che lui aveva di un tempo che fu.

    Nonno kino era una versione anziana del piccolo e purtroppo fu amico Petrucci,saggio all'ennesima potenza e con sempre un modo magari grezzo e magari poco elegante per risolvere ogni cosa che non andasse come doveva.

    Alla sera intorno a quel tavolo con la modesta e bianca luce di un tubo al neon ci scambiavamo esperienze di vita raccontandoci cosa accadeva intorno a noi e cosa avevamo visto e sentito nella permanenza sempre troppo breve in quell'angolo di canavese.

    A volte con la musica a basso volume che arrivava dalla radio a forma di fagiolo condiva la serata con una voce calda e melodiosa sconosciuta ai portatili.

    E veniamo quindi alla prima novella serale ,ossia il soffio della strega
    Se si continua a salire dalla borgata dove abitava lui ed una manciata di altre persone si arriva a una grossa colllina grossa come l'iper standa di Rivoli.
    La strada devia e quella più bella continua senza salire. Se si sale su una brutta mulattiera si arriva a un punto dove ci sono i resti di due vecchie case in pietra.

    Non appena sali fino al pianoro ti arriva un arietta quasi sempre fredda ed è appunto il soffio della strega.
    La strega abitava in una di quelle due case,faceva strane magie al tempo,si diceva che avesse convinto alcuni ragazzini a vivere nella casa di fianco,dormivano a due o tre per letto,anche nel solaio e quando arrivava il sole sparivano per tornare alla notte.
    Giocavano e giravano liberi per la collina e le zone. Qualcuno raccoglieva frutti dai tanti alberi che ne davano anche d'inverno.
    Quei ragazzini in realtà erano ragazzi che erano morti nella vallata ma solo là in quella zona potevano continuare a vivere senza mai crescere.

    Ogni tanto qualcuno scendeva in paese a comprare qualcosa,sapevano che anche se vedevano i genitori non potevano dir nulla,del resto loro gli assomigliavano soltanto ed erano tanto più giovani.

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